sabato 29 marzo 2008

= PASSATO&RESPONSABILITA' =

Sinceramente la gente ke vive glorificando il passato mi annoia.
Frasi come “le cose non sono più quelle di una volta”, le trovo paragonabili alle perle di saggezza ke ci si scriveva nelle dedike su i diari delle medie.
Diciamo la verità, c’avete rotto il cazzo.
Se potessi vi regalerei una makkina del tempo e vi manderei tutti addietro.
Cosa ci si guadagna a vivere guardando a cosa si ha xso o a cosa non c’e più?
Un conto è arrikkirsi dell’esperienza, l’altro stare a piagnucolare malinconicamente.
Non mi lamento del periodo in cui vivo. Abbiamo i nostri problemi, ma possiamo dire con certezza ke i nostri genitori\nonni stessero meglio?
Come sempre e in tutte le cose ci sono i pro e i contro, ma qui non si tratta di soppesare le cose x prendere una scelta, lo trovo veramente inutile.
Guardarsi indietro, può essere utile solo x vedere la strada ke si ha fatto e valutare eventuali errori. Punto.
La televisione è peggiorata, si ascoltava solo la radio, l’inquinamento è alle stelle, c’e la guerra, siamo tutti poveri, i politici di adesso, il clima, la gente, l’immigrazione, le auto, l’internet, il cellulare, la campagna, il mare, la musica. Niente, niente è più come una volta.

EVVIVA! STIAMO ANDANDO AVANTI!

Se oggi siamo arrivati a questo punto è xkè ki c’e stato prima non è riuscito a tutelarsi da tutti questi mali. E guardate bene ke non è mio interesse accusare nessuno.
E’ come quando subentra una nuova amministrazione in un’azienda ke sta andando male e si trova a dover fare i conti con la gestione passata. Le strade sono 3: colare a picco e dare la colpa a ki c’era prima, far finta di niente e aspettare la fine, rimboccarsi le manike e cercare di risollevare la situazione.

Non sono poi così pessimista sul futuro. E’ vero i nostri problemi ce li abbiamo, eccome, ma a differenza di altri momenti storici, non li stiamo subendo passivamente. Certo non è un discorso ke vale x tutto il mondo, ma una coscienza generale su questi argomenti si sta formando.
Si potrebbe e dovrebbe fare di più.

E’ vero.

Prendiamo ad esempio il discorso ambiente. Non è ke una bella mattina ci si è svegliati e la terra era inquinata. E’ una situazione a cui si è arrivati gradualmente. E fino allo scoppiare del problema cosa si è fatto?

Niente.

Ora qualcosina sta cominciando a muoversi, lentamente e in minima parte, ma è meglio di niente.
La mia generazione e probabilmente ancora di più quella futura, si troveranno a dover gestire il punto di non ritorno; il punto oltre il quale non si può più tornare indietro e tutto va allo catafascio.

Concludo dicendo, ricordando, ke
…“non ci sono più gli uomini di una volta!”…
…sono morti tutti di vekkiaia!

domenica 16 marzo 2008

= ESTREMI =

Vengo da un sabato sera passato in mezzo a idee estreme. Una raccolta fondi x una persona simbolo di un ideologia politica. E ancora una volta ho avuto conferma di quanto trovo le idee estreme, in qualsiasi campo esse siano, semplicistike e povere.
Xkè comunque sia, non trovo ke esista un idea totalmente giusta, perfetta. Non credo in quelle ideologie e persone ke dicono tutto il nostro è bene e giusto e\o tutti gli altri totalmente sbagliato. E' comprensibile un'affermazione di questo tipo in un momento di rabbia, ma a mente fredda trovo ke sia sterile considerare il proprio pensiero\credo intoccabile. Lo trovo sterile xkè a questo punto viene a mancare il confronto e sono convinto ke il confronto arrikisca e parekkio.
E' comprensibile un idea totalitaria (intesa come tutto è bene) quando si è goivani e ci si sta formando una propria idea, ma in seguito trovo impossibile non trovare delle crepe, delle imperfezioni. Allora si taglia o modifica quello ke non si sente più nostro e ci si fa un proprio credo, magari pescando un qualcosa da pensieri differenti.
Questo credo sia crescita e formazione personale. Quindi rimango basito quando vedo persone della mia età o anke più vekkie kiuse nel loro bozzo, nel microcosmo del iosonotuttobene e il resto è male.
La perfezione non esiste, se anke un giorno qualcuno dovesse arrivarci, sono convinto ke lo farebbe provando riprovando e miskiando tutto ciò ke gli si è parato attorno e non rimanendo kiuso nelle sue idee!

lunedì 10 marzo 2008

= 8 MARZO =

Giornata internazionale della donna. Festa da noi totalmente banalizzata fino a diventare semplicemente la festa della donna. X come la vedo io dovrebbe essere un giorno in cui le donne del MONDO si guardano attorno e manifestano la loro solidaritetà verso ki ha una vita più difficile a causa del suo essere donna. Mi sono sempre kiesto xkè invece di andare a vedere spogliarelli e ubriacarsi con le amike, non si usa questa giornata come una presa di coscienza. Non so, ad esempio manifestando solidarietà verso donne ke subiscono violenze o discriminazioni. Un giorno x cominciare a pensare e a fare qualcosa di concreto.
Ed invece quello ke ho visto è stato solo un darsi appuntamenti, trovare il locale giusto, sentirsi libere di fare tardi ed essere trasgressive.
Certo come sempre ci sono le iniziative di nikkia http://www.controviolenzadonne.org/html/appuntamenti8marzo.html
ma è molto più facile trovare attività di questo tipo
http://annunci.studenti.it/roma/feste-liste-discoteca/8-marzo-2008-discoteca-roma-festa-della-donna-spogliarello-italian-show-boys-buffet-lista-misterjef.html
http://www.romagnanotte.com/web/cat-arg-MILANO__sabato_8_marzo_2008_FESTA_della_DONNA-leggi-3792.html
Ma come nasce la festa della donna?
Purtroppo l'origine di questa giornata è stata oggetto di strumentalizzazioni; una di queste riguarda in Italia il settimanale "La lotta", edito dalla sezione bolognese del Partito Comunista Italiano, che nel 1952 pubblicò una storia rivelatasi poi un falso storico.[1] Il settimanale comunista sostenne in un suo articolo che l'origine della festa sarebbe risalita ad un grave fatto di cronaca avvenuto nel 1908 a New York: alcuni giorni prima dell'8 marzo, le operaie dell'industria tessile Cotton iniziarono a scioperare per protestare contro le condizioni in cui erano costrette a lavorare. Lo sciopero proseguì per diversi giorni finché l'8 marzo Mr. Johnson, il proprietario della fabbrica, bloccò tutte le vie di uscita; lo stabilimento venne devastato da un incendio e le 129 operaie prigioniere all'interno non ebbero scampo. Questo falso ebbe ulteriore seguito nella stampa comunista: l'Unione Donne Italiane nello stesso 1952 distribuì alle iscritte libretti con un resoconto dell'incendio. Nel 1954 "Il Lavoro", settimanale della Cgil, aggiunse un fotomontaggio di Mr. Johnson con la bombetta che si fa largo tra la massa di donne tenute dalla polizia.[2] In realtà non esiste alcun documento storico su questa fantomatica industria Cotton e sul suo incendio.
Nonostante si sia rivelato un falso, recentemente l'incendio della Cotton è stato riportato come la vera origine della festa della donna dai telegiornali italiani creando così una "leggenda".
Questa leggenda è la strumentalizzazione romanzata di un gravissimo incidente realmente avvenuto, l'incendio che nel 1911 colpì la Triangle Shirtwaist Company di New York. Le lavoratrici non erano in sciopero, ma erano state protagoniste di una importante mobilitazione, durata quattro mesi, nel 1909. L'incendio, per quanto le condizioni di sicurezza del luogo di lavoro abbiano contribuito non poco al disastro, non fu doloso. Le vittime furono oltre 140, ma non furono tutte donne, anche se per il tipo di fabbrica erano la maggior parte. I proprietari della fabbrica si chiamavano Max Blanck e Isaac Harris, vennero prosciolti nel processo penale ma persero una causa civile. L'incendio della Triangle è uno dei principali fatti commemorati dalla Giornata Internazionale della Donna, ma non fu quell'incendio a dare origine a questa Giornata: infatti avvenne un anno dopo della tradizionale data di nascita della festa (il 1910) e l'8 marzo non ha nulla a che fare né con lo sciopero (iniziò il 22 novembre) né con l'incendio (avvenne il 25 marzo).

mercoledì 5 marzo 2008

= VOTI =

E' l'era dell'elettronica...di internet...ma soprattutto del cellulare.
Ed ecco ke il nostro amico di tutti i giorni può tornare utile anke durante le elezioni.
Immaginiamo ke una certa associazione (a delinquere o meno), voglia x un qualsiasi motivo (ad esempio ingraziarsi qualcuno) comprare dei voti e ke abbia a disposizione un grosso capitale (ad esempio xkè il loro capo è molto ricco), come optrebbe secodo voi acquistare la certezza ke determinate persone votino quello ke gli viene indicato?
Della parola oramai non si fida nessuno e poi sarebbe sconveniete ke io ti do una determinata somma x votare Tizio e poi tu mi voti Caio ke magari è anke l'oppositore...
Quindi come fare?
Mettiamo ke ci si incontri fuori dal posto dove vai a votare, ti do un cellulare, tu entri in cabina, fai una foto dopo ke hai fatto la crocetta...
All'uscita mi fai vedere la foto e io ti pago.
Semplice, no?
Certo per quanto riguarda le elezioni a livello nazionale, è difficile pensare ke questo possa influire in modo sostanziale sull'esito. Ma immaginate un comune di 5000 persone, in cui magari si sa x esperienza ke il risultato è davvero questione di un 1%. Si tratta di convincere 50 persone...E voi mi direte. A ki interessa un comune di 5000 persone? Considerate gli appalti x construzioni varie, gestione di servizi, servizio idrico ed elettrico, smaltimento rifiuti (ke è tanto di moda), ecc...
Immaginate ke ogni persona kieda 1000 €. Si tratta di investire 50.000 €. E secondo voi è una cifra così immaginabile visti i vantaggi ke si possono avere in 4 anni?
Eppoi, secondo voi la gente rikiede davvero così tanti soldi?
A questo punto, la domanda è...
Quanto cosa il tuo voto? Quale è la cifra ke ritieni necessaria a kiuderti gli okki, tapparti il naso
e passare sopra i tuoi principi?
Vi consiglio la visione del film Sud di Gabriele Salvadores. Un tempo si usava il vekkio giokino della skeda mancante...

Nel prossimo numero vi insegneremo come eventualmente evadere questa rikiesta ed intastarvi comunque il grano.
Sempre ke non vogliate passare ad azioni più serie nei confronti del compratore...