giovedì 12 marzo 2009

= DON'T CALL ME WHITE =

Preparo la borsa prima di andare a dormire in Conchetta.
Pantaloni gessati con la riga, giacca gessata, cravatta, scarpe classiche nere.
Il tutto piegato e messo nello zaino.
Mi sembra di essere uno di quei supereroi che hanno l'uniforme dell'identità segreta nascosta sotto, come l'uomo ragno o superman. Non xkè le mie azioni siano particolari o stupefacenti, ma xkè le due realtà sembrano apparentemente così diverse.
L'io in giacca e cravatta al lavoro e l'io ke dorme sopra la Calusca nell'archivio di Primo Moroni, a difendere la roccaforte.
Mi kiedo se i rappresentanti delle varie realtà sapessero dell'altra vita cosa direbbero...probabilmente niente, ma qualke pensiero sicuramente ci sarebbe.
Eppure sono sempre io.
Quello ke lavora fino a 18 ore al giorno x portare a casa lo stipendio x vivere la sua vita e nel vivere la sua vita c'e anke questo, difendere Conchetta. Da poco, ma in maniera molto sentita.
Sorrido anke io vedendo le contraddizioni apparenti della cosa.
E se andassi al Cox in giacca e cravatta o se andassi a raccontare al lavoro di dove ho dormito la notte prima?
Questo mi insegna a non giudicare dalle apparenze.
Anke io guardo i "white" con okkio diffidente e pensare ke qualcuno possa farlo anke con me mi fa incazzare.
Io non sono come loro.
Ma loro ki? Certo gli stereopiti esistono e sicuramente si basano su basi ben fondate.
E' ora di uscire nella notte, con lo zaino pieno dell'altro me stesso, di quello ke qualcuno a me molto vicino kiama l'uomo nero.
Io sono entrambi, a modo mio. Giaccaecravatta alla fine sono solo un modo di apparire.

viva l'Italia (anche quella in giacca e cravatta), l'Italia ke RESISTE!


Rileggendo mi è saltato all'okkio quante volte ho usato la parola apparenza (o apparire). In realtà il succo è proprio quello.
Quello ke faccio al lavoro, appaio come ci si aspetta ke io sia, x essere meglio accettato e considerato.
Non è così disdicevole, alla fine è una presa in giro a ki si accontenta di queste cose a ki crede in questo.
Io semplicemente mi metto un travestimento x potermi miskiare ad altra gente e poter fare quello ke faccio.
Punto.

Il titolo è liberamente ispirato alla canzone dei NOFX "Don't call me white"

lunedì 9 marzo 2009

= ANCORA SU BERGAMO =

Riporto di seguito l'articolo de IL MANIFESTO

Una volta si sarebbe detto «carta canta». Oggi, con le nuove tecnologie, a parlare non sono più fogli ingialliti, ma video, blog, pagine internet. E per parlare, parlano eccome. Di più, denunciano, con le loro immagini, quello che realmente è accaduto sabato scorso a Bergamo. E dicono chiaro che, al di là delle strumentalizzazioni politico-giornalistiche che già sono state fatte, ancora una volta si è assistito, perlomeno, a un vergognoso «doppiopesismo» delle cosiddette «forze dell'ordine».
Che, da un lato, hanno caricato indiscriminatamente, con una violenza che ricorda da vicino i giorni del G8 di Genova, i manifestanti antifascisti che protestavano in piazza contro l'apertura, nel quartiere più multietnico di Bergamo, di una sede del partito neofascista Forza Nuova. Il bilancio della giornata, cinquantanove persone portate in questura e alla caserma dei carabinieri. I più, liberati in nottata. Gli ultimi due arrestati, rilasciati ieri, con l'obbligo di firma due volte alla settimana. Dall'altro, poco prima, hanno «accompagnato» cento-duecento loschi figuri nella loro «camminata» per le vie della città, con il loro armamentario di caschi, bastoni e i soliti vecchi slogan che puzzano di Ventennio. Schierati a falange, caschi in testa, bastoni tra le mani, i forzanovisti hanno potuto sfilare tranquillamente, protetti da un nutrito cordone della polizia, urlando i loro «boia chi molla» indisturbati. Roba da portarli tutti in caserma, con l'accusa di apologia di fascismo in base alla legge Scelba del 1952, ancora in vigore, ma troppe volte dimenticata.
Ieri il coordinamento antifascista di Bergamo ha indetto una conferenza stampa in una sala del palazzo comunale orobico per dire la sua. Per spiegare che l'antifascismo deve essere nel dna di qualsiasi forza democratica che voglia governare la città. Che una sede di Forza Nuova in un quartiere abitato da tantissimi immigrati, che convivono civilmente con gli autoctoni, è un'offesa alla città, e un pericolo per la tanto decantata sicurezza di cui i nostri politici si riempiono la bocca. E, soprattutto, per denunciare i pestaggi della polizia. A livello politico, gli unici a difendere i ragazzi picchiati sabato sono il consigliere regionale di Rifondazione comunista Luciano Muhlbauer e il segretario nazionale del Prc Paolo Ferrero, che hanno chiesto al ministro degli Interni Roberto Maroni di «chiarire immediatamente le responsabilità istituzionali di quanto accaduto».
Ma a parlare, ancora più delle testimonianze, sono i video, girati da cineamatori, ragazzi col telefonino, semplici passanti. Che raccontano di una violenza inaudita, gratuita, «spiegabile» solo con le parole di un funzionario della Digos, che avrebbe ammesso che «il clima è cambiato, non c'è più un governo di centrosinistra». Quindi, protetti dalle alte sfere, ci si può lasciare andare a cose simili. E allora è possibile compiere rastrellamenti a casaccio, portando in questura chiunque sia «colpevole» di essere presente in quel luogo e in quel momento. Si può urlare a una ragazza, che manifestava con il suo fidanzato, «zecca, puttana», prima di tirarle una manganellata sulla schiena. E ci si può permettere anche di mettere il proprio anfibio sulla testa di un ragazzo a terra, dopo averlo colpito col manganello, e apostrofarlo con un «gentilissimo» «Stai zitto pezzo di merda». Il tutto, quando il più dei manifestanti se n'era già andato a casa, e i pochi che restavano stavano raggiungendo le loro automobili per andarsene. Non regge quindi la «scusa» che le cariche sarebbero state fatte per impedire che i due opposti cortei venissero a contatto. No, perché i neofascisti a quel punto, soddisfatti per il trattamento loro riservato, se ne stavano già al calduccio delle loro case. E non si parli neppure di vetrine sfasciate, fionde, bastoni e tirapugni trovati addosso ai manifestanti. Che a Bergamo, sabato, le uniche cose ad «andare in frantumi» sono state le teste dei manifestanti «massaggiati» dai manganelli della polizia. Che non si è fermata neppure davanti a ragazzi con le mani alzate, che urlavano «basta, smettetela». Anzi, si sono pure fatti aiutare nella loro azione da alcuni figuri con il viso coperto dal passamontagna, ma ben visibili in alcuni video, che, accanto ai poliziotti, si sono divertiti a prendere a mazzate i ragazzi che protestavano.
Del resto, Bergamo (città e provincia) è in campagna elettorale, e certo non si può lasciare mano libera a «delinquenti» che vorrebbero scorrazzare liberi per la città a urlare che «essere fascisti è reato». Meglio difenderli, i fascisti, che qualche voto magari lo portano. Benvenuti a Bergamo, padania, Italia.


E siccome a non rispettare le leggi e a prendere le mazzate sono sempre quelli da una parte sola, vi ricordo ke:

- la Costituzione dice ke:

È vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista.

In deroga all’articolo 48, sono stabilite con legge, per non oltre un quinquennio dall’entrata in vigore della Costituzione, limitazioni temporanee al diritto di voto e alla eleggibilità per i capi responsabili del regime fascista.


- La legge n. 645 del 1952 (legge Scelba) Norme di attuazione della XII disposizione transitoria e finale(comma primo) della Costituzione dice ke:

Apologia del fascismo.

- Chiunque fa propaganda per la costituzione di una associazione, di un movimento o di un gruppo avente le caratteristiche e perseguente le finalità indicate nell'articolo 1 è punto con la reclusione da sei mesi a due anni e con la multa da lire 400.000 a lire 1.000.000 (1). Alla stessa pena di cui al primo comma soggiace chi pubblicamente esalta esponenti, princìpi, fatti o metodi del fascismo, oppure le sue finalità antidemocratiche. Se il fatto riguarda idee o metodi razzisti, la pena è della reclusione da uno a tre anni e della multa da uno a due milioni (4). La pena è della reclusione da due a cinque anni e della multa da 1.000.000 a 4.000.000 di lire se alcuno dei fatti previsti nei commi precedenti è commesso con il mezzo della stampa (1). La condanna comporta la privazione dei diritti previsti nell'articolo 28, comma secondo, numeri 1 e 2, del c.p., per un periodo di cinque anni (5). (1) La misura della multa è stata così elevata dall'art.113, quarto comma, L. 24 novembre 1981, n. 689. La sanzione è esclusa dalla depenalizzazione in virtù dell'art.32, secondo comma, della legge sopracitata. (4) Comma così sostituito dall'art.4, D.L. 26 aprile 1993, n. 122. (5) Così sostituito dall'art.10, L. 22 maggio 1975, n. 152.

Manifestazioni fasciste.

- Chiunque, partecipando a pubbliche riunioni, compie manifestazioni usuali del disciolto partito fascista ovvero di organizzazioni naziste è punito con la pena della reclusione sino a tre anni e con la multa da 400.000 a 1.000.000 di lire (1). Il giudice, nel pronunciare la condanna, può disporre la privazione dei diritti previsti nell'articolo 28, comma secondo, numeri 1 e 2, del codice penale per un periodo di cinque anni (6). (1) La misura della multa è stata così elevata dall'art.113, quarto comma, L. 24 novembre 1981, n. 689. La sanzione è esclusa dalla depenalizzazione in virtù dell'art.32, secondo comma, della legge sopracitata. (6) Così sostituito dall'art.11, L. 22 maggio 1975, n. 152. 5-bis. - Per i reati previsti dall'articolo 2 della presente legge è obbligatoria l'emissione del mandato di cattura (7). (7) Articolo aggiunto dall'art.12, L. 22 maggio 1975, n. 152.


Ma quando pagherà questa gente?

domenica 1 marzo 2009

= DAY AFTER =

Ieri c'e stata la manifestazione nazionale:
Il giorno dopo come sempre ci sono diverse campane.
Per gli organizzatori c'erano 10.000 persone, per la questura probabilmente non c'e stata nemmeno una manifestazione o se c'era forse erano in 1000 e tutti poliziotti in borghese.
Purtroppo non essendoci potuto essere, stamattina presto ho letto i giornali online.
Se di solito le notizie sono coperte e tra le righe e grazie al confronto delle testate si riesce a capire la verità, questa volta la disparità è talmente ampia ke non si riesce nemmeno a capire quale è il mezzo in cui dicono i saggi si dovrebbe trovare la verità.
Mi riferisco alle notizie in merito agli scontri di Bergamo.

Vi riporto la notizia presa da corriere.it quotidiano ke non è apertamente skierato, ma ke negli ultimi anni appare sempre più servile (e questo caso potrebbe proprio essere una delle conferme, dopo l'ultimo eclatante caso della praticamente non presentazione della notizia della sentenza Mills)

GUERRIGLIA A BERGAMO

Scene di guerriglia urbana sabato pomeriggio in centro a Bergamo,con scontri tra le forze dell'ordine e una sessantina di esponenti della sinistra antagonista, al termine di una giornata di tensioni per l'apertura in città della sede provinciale di Forza Nuova, movimento di estrema destra. Alla fine, circa cinquanta persone sono state portate in Questura e una decina di uomini delle forze dell'ordine sono rimasti contusi e sono stati medicati al Pronto Soccorso. Il caos è scoppiato poco dopo le 18 in mezzo al traffico di via Paleocapa, quando ormai la manifestazione era terminata. Per tutto il pomeriggio cinquecento esponenti di estrema sinistra avevano manifestato con un presidio in via Quarenghi, mentre nella vicina via Bonomelli si inaugurava la sede locale di Forza Nuova, alla presenza del segretario nazionale Roberto Fiore. Non ci sono stati scontri neppure durante il corteo dei circa trecento sostenitori di estrema destra, che hanno sfilato dal piazzale della Malpensata fino a via Bonomelli, arrivando fino a un centinaio di metri di distanza dalla contestazione di sinistra. Le schermaglie si sono limitate a slogan, lanci di alcuni fumogeni ed esposizione di striscioni. I sostenitori di Forza Nuova hanno lasciato la città intorno alle 17.30 a bordo di autobus e automobili. /span>>

GLI AUTONOMI - Mezz'ora dopo gli 'autonomi' hanno chiesto di poter sfilare in corteo da via Quarenghi al piazzale della Malpensata. Al rifiuto delle forze dell'ordine - e dopo alcuni attimi di tensione nei pressi dell'incrocio con via Paleocapa - il corteo si è sciolto verso via Spaventa e largo Medaglie d'Oro. Circa sessanta manifestanti appartenenti alla frangia più estrema, invece di recarsi in stazione, hanno cercato di tornare nelle vicinanze di via Bonomelli. A quel punto è partita la carica di polizia e carabinieri che, in mezzo al traffico, hanno bloccato una cinquantina di persone. Sono volati oggetti e bottiglie all'indirizzo delle forze dell'ordine e delle vetrine di alcuni negozi tra viale Papa Giovanni XXIII e Porta Nuova. La tensione è calata solo dopo una mezz'ora, in cui i manifestanti si erano sparpagliati in tutte le vie del centro di Bergamo. Per tutto il pomeriggio la circolazione in città è rimasta pressochè paralizzata, a causa delle tante strade chiuse al traffico. Al termine della giornata, la polizia ha sequestrato mazze di ferro, bastoni di legno, bandiere, un martello e alcuni caschi da motociclista. L'identificazione e gli interrogatori delle persone portate in Questura proseguirà fino a sera inoltrata. Le persone arrestate sarebbero almeno tre, ma il numero esatto si saprà probabilmente soltanto domenica . Nel frattempo, la sede di Forza Nuova resta presidiata da polizia e carabinieri.:


Di seguito invece la versione de Il Manifesto, giornale dichiaratemente schierato

A Bergamo,
ritornano le cariche


Sembrava tutto finito bene. Il corteo spontaneo antifascista contro
l’apertura a Bergamo di un sede di Forza nuova si stava già sciogliendo,
quando all’improvviso sono partite violente cariche della polizia. Gli agenti sostengono di aver risposto al lancio di bottiglie da parte dei manifestanti, di aver perseguito un gruppetto bardato, denunciano agenti feriti e dicono di aver sequestrato anche un piccone. Ma di fatto sono state compiute cariche a freddo che hanno colpito tutto il corteo. I manifestanti sono scappati per le strade del centro ma sono stati inseguiti dagli agenti in tenuta antisommossa che hanno continuato a prenderli a manganellate. Cinquantanove antifascisti sono stati fermati e portati in questura e nella caserma dei carabinieri. Fuori dalla questura si sono riunite alcune decine di persone per conoscere la sorte dei loro compagni. Ma anche loro sono stati attaccati e presi a manganellate.
Ingiustificate.
Si è trattata di una giornata pessima segnata da una serie di azioni poliziesche violente che sanno di premeditazione comandata dall’alto. Mentre a Milano si teneva la manifestazione per Cox18

....

Un migliaio di militanti antifascisti ieri pomeriggio si sono dati appuntamento proprio in via Quarenghi, a 70 metri dalla sede neofascista, da lì si sono mossi in corteo per le vie del centro facendo blocchi del traffico. Nulla di più. Sono stati lasciati anche sfilare 200 fasciti armati di caschi che hanno rotto la telecamera di una giornalista di Antenna 6. La manifestazione antifascista dopo due ore è riconfluita verso via Quarenghi dove si stava sciogliendo. I neofascisti, circa 400 persone, se n’erano andati, e anche alcuni militanti di sinistra avevano cominciato a lasciare la piazza, quando, a sorpresa, è partita una carica tra via
Paglia e via Paleocapa. Un blitz molto duro e prolungato. Gli agenti hanno seguito i manifestanti in fuga in mezzo al traffico, li hanno picchati, davanti ai negozi, colpendo a manganellate anche ragazzi già fermati e buttati a terra.
«Il corteo era finito da un’ora - racconta un manifestante - addirittura il questore, Dario Rotondi, si era congratulato con alcuni organizzatori per la gestione della piazza quando i poliziotti sono scattati. Gli prudevano le mani».
A Bergamo si terrano le elezioni comunali e provinciali, e una giornata gestita con il pugno duro dalla polizia contro manifestanti di sinistra con scontri per le strade, cade a pennello per la Lega del ministro degli Interni Bobo Maroni.
Le forze dell’ordine sostengono di aver agito contro un gruppo venuto da
fuori città, sarebbero stati loro a portare mazze e piccone. I fermati sono stati radunati in un cortile in questura. Sono probabili cinque arresti. Gli altri fermati verrano rilasciati nel corso della notte.



Ma allora come è andata?
Quale è la verità? Xkè non c'e più l'abitudine a raccontarla?
Qui qualcuno ha mente ke sia Il Manifesto o Il Corriere, poco importa.
Invito chiunque fosse presente a raccontarmi la sua versione.
Bisogna sapere, smaskerare i cazzari a pagamento da una parte e se ancora esiste dall'altra.


Kiudo con l'articolo dell'ECO DI BERGAMO.
Dove già appare un'altra discrepanza ke mi fa pensare ke forse a non dire tutta la verità, nient'altro ke la verità sia Il Corriere.
Qui il piccone tanto sbandierato, non c'e più, al suo posto rimane solo il manico.


Apre la sede di Forza Nuova, in città è il caos
Proteste, scontri, feriti: 2 arresti, 57 denunciati

Lanci di bottiglie e fumogeni, scontri, cariche di polizia e carabinieri. Feriti e arresti. Quando l'inaugurazione in via Bonomelli della sede di Forza Nuova - movimento di estrema destra che nella circostanza ha richiamato a Bergamo circa 300 militanti - pareva ormai compiuta senza suscitare disordini in città, ma solo le prevedibili proteste degli antifascisti, è scoppiato il finimondo fra i manifestanti. È successo dopo le 18 di sabato 28 febbraio, quando la gente usciva dai negozi per lo shopping prefestivo e si stava recando a casa. La situazione è degenerata quando alcuni anarchici che volevano raggiungere in corteo la Malpensata (dove si erano radunati i militanti di Forza Nuova) sono stati tenuti lontani dalle forze dell'ordine. Facevano parte dei circa 600 manifestanti (tra i quali anche appartenenti a centri sociali) dell'area anarchica e della sinistra antagonista che avevano organizzato un presidio di protesta in via Quarenghi.

Sono volate bottiglie all'indirizzo di polizia e carabinieri, che hanno risposto con cariche in via Paleocapa, viale Papa Giovanni, via Bonomelli e via San Giorgio. Danneggiata un'auto della Polizia locale. Distrutta la vetrina di un negozio del centro. Una sessantina di manifestanti (19 i bergamaschi, gli altri provenienti da Milano, Brescia, Padova e Bologna) della sinistra antagonista sono stati portati in Questura: per due di loro - un ventenne di Como e un ventiquattrenne di Seriate - è scattato l'arresto per resistenza, violenza e lesioni a pubblico ufficiale e porto abusivo di oggetti atti a offendere; gli altri 57 sono stati rilasciati e denunciati per corteo non autorizzato e (alcuni) per il travisamento (il volto coperto da sciarpe). Sequestrati bastoni, mazze di ferro, un martello, manici di piccone, coltelli, tirapugni, bombe carta, caschi e passamontagna. Nel bilancio degli scontri anche tredici feriti tra le forze dell'ordine e almeno un paio tra i manifestanti.

Il traffico si è immediatamente paralizzato. Code di auto da piazza Sant'Anna fino a largo Tironi. La manifestazione ha di fatto bloccato la circolazione in centro creando non pochi disagi agli automobilisti, ma anche alla gente che in strada per lo shopping è rimasta impietrita di fronte a quella vera e propria guerriglia urbana. E si sono viste scene di panico, con persone che scappavano e altre che piangevano.

La manifestazione era iniziata alle 14. Alcune strade erano state bloccate per evitare il contatto fra esponenti di Forza Nuova concentrati sul piazzale della Malpensata, pronti a dirigersi in corteo verso la sede di via Bonomelli, e i manifestanti, antifascisti, dei centri sociali e della sinistra antagonista, scesi in strada per contestare l'iniziativa. A dividere le parti uno spiegamento di forze dell'ordine: polizia, carabinieri, polizia locale e protezione civile (pattuglie arrivate anche da fuori Bergamo), dislocati in via Quarenghi, in via Paleocapa (chiusa al traffico, per sicurezza), in via Bonomelli, nell'area della Malpensata, lungo la massicciata della ferrovia e nelle zone vicine. I manifestanti che si sono opposti all'apertura della sede di Forza Nuova hanno gridato slgan e acceso fumogeni. Al termine della manifestazione gli scontri e le cariche.